Alla scoperta dei luoghi del vino – III
Fabio Noli 27 Luglio 2021

Terzo appuntamento con Luca Martini alla scoperta dei luoghi più iconici per la produzione di vino e distillati. Oggi il nostro esperto di dipartimento ci porta a conoscere alcune incantevoli tenute che saranno presenti nell’asta Heritage. Vini e distillati da collezione del 16-17 settembre.

Tenuta Tignanello

La storia del Tignanello nasce nel 1971 grazie a Piero Antinori, il quale voleva creare un prodotto che fosse in grado di contrastare la brutta reputazione che il vino toscano si stava costruendo nel mondo. 

Dopo aver visitato molteplici nazioni e regioni vinicole, decise di produrre un vino nella zona del Chianti ottenuto esclusivamente da uve rosse e affinato in barriques francesi. In quegli anni infatti, il disciplinare stabiliva che era consentito anche l’utilizzo di uve a bacca bianca. Il vino così ottenuto fu chiamato Tignanello e riscontrò subito un enorme successo, soprattutto in America. Fu così che il Tignanello diventò il primo “Super Tuscan”. 

La svolta nella storia di questo vino si ebbe nel 2013, quando Antinori cominciò ad utilizzare dei grandi tonneaux da 500 lt per l’affinamento al posto delle barriques. Attualmente il Tignanello è prodotto con l’80% di Sangiovese, 15% di Cabernet Sauvignon e il 5% di Cabernet Franc, ed è uno dei vini italiani più ricercati nel mondo.

Antinori, Tignanello
Antinori, Tignanello

Tenuta San Guido Sassicaia

La storia di questo celebre vino italiano inizia molti anni fa, quando il Marchese Mario Incisa della Rocchetta, tornato dalla Grande Guerra, si iscrisse alla facoltà agraria di Pisa. 

Amante dei vini francesi, il sogno di Mario era quello di realizzare un vino toscano che ricordasse le migliori bottiglie di Bordeaux. 

Nel 1930 Mario sposò Clarice della Gherardesca, la quale portò in dote la tenuta di San Guido. Nella Tenuta Mario impiantò alcune barbatelle di Cabernet Franc e di Cabernet Sauvignon acquistate da alcuni suoi amici duchi; il risultato che ottenne fu quello di un vino che migliorava con il passare degli anni. 

Le prime bottiglie di Sassicaia riservate esclusivamente ad uso personale sono del 1944 ma solo nel 1968 fu commercializzata la prima annata. Il nome Sassicaia deriva dalla tipologia di terreno molto sassoso dove sorgono le vigne. 

Un’altra particolarità che rende questo vino uno tra i più costosi al mondo è anche il fatto che grazie alla sua storia, alla tipologia del terreno e alla qualità del prodotto, fu il primo vino ad ottenere una DOC riservata. Infatti, la denominazione Bolgheri Sassicaia spetta esclusivamente alla Tenuta San Guido. 

Tenuta San Guido, Verticale di Sassicaia
Tenuta San Guido, Verticale di Sassicaia

Chateau d’Yquem 

La storia di Chateau d’Yquem ebbe inizio durante la Rivoluzione Francese con la famiglia Sauvage, la quale costruì il castello e iniziò a costruire i primi appezzamenti. 

Nel 1785 Francoise de Sauvage d’Yquem sposò il conte Louis Amedee de Lur-Saluces, e i due fecero prosperare la tenuta; solo nel 1826 Francoise insieme al suo maggiordomo trasformò la tenuta in una vera e propria azienda, perfezionando il metodo di raccolta delle uve in più passaggi.

Nel 1855 fu il primo vino ad ottenere il riconoscimento più alto, la classificazione in “Premier Cru Supérieur”.

Il castello si trova a Sauternes, a sud-ovest di Bordeaux, nel territorio di Graves. La tenuta possiede 113 ettari di cui l’80% è coltivato a sèmillon ed il restante 20% a sauvignon blanc. Il microclima di questa zona crea le condizioni ottimali per lo sviluppo della muffa nobile, la botritys cinerea, e la vendemmia viene effettuata in più passaggi. 

La produzione di questo celebre vino avviene solamente se le condizioni climatiche dell’annata permettono di ottenere un vino di alta qualità, infatti in passato alcuni millesimi non sono stati vinificati, come ad esempio il 2012. Nelle annate non favorevoli alla produzione, Chateau d’Yquem produce un vino secco chiamato: Y di Yquem.

Chateau d’Yquem, Sauternes

Domaine Gentaz Dervieux

Marius Gentaz comprò 1,52 ettari di terreno e iniziò a coltivarli insieme al padre nel 1952.

Con l’entrata di suo cognato il Domaine prese il nome di Gentaz Dervieux.

Le vigne – di circa 60 anni – sono situate su un terreno ripido, terrazzato e collinare disposte sulla Cote Brune e nel Vialliere, molto vicine ai vigneti di E.Guigal. 

Gentaz-Dervieux produceva un solo e unico vino, il Cote Rotie, che dopo la fermentazione veniva fatto affinare in botti di rovere usate per un periodo che variava dai 18 ai 24 mesi e veniva imbottigliato rigorosamente a mano. 

Nel 1993 Mariuz Gentaz si ritirò ed iniziò ad affittare le vigne; questo fino al 2011, quando Marius morì e le vigne passarono a suo genero Rene Rostaing. 

I suoi vini sono tutt’ora introvabili e le poche bottiglie prodotte vengono vendute ad incredibili prezzi in asta.

Gentaz Dervieux, Cote Rotie

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Fabio Noli