Le Promesse mantenute di Antonella Cappuccio
Siamo quindi orgogliosi di presentare la nostra prossima asta benefica in collaborazione con Fondazione Telethon: Le promesse mantenute 71 ritratti dell’artista Antonella Cappuccio in favore della lotta alle malattie genetiche rare.

Il progetto
“Promesse mantenute è una serie di ritratti di personaggi italiani che hanno fatto grande il XX secolo colti,però, nella loro dimensione infantile, quando ancora non si sarebbe potuto sapere né chi sarebbero diventati, né quale carriera avrebbero intrapreso da grandi; in altre parole, quando erano ancora degli enigmi luminosi”
Marco Bussagli, “Bocciuoli d’uomo”
È forse questo il pensiero più profondo che ha mosso la creatività di Antonella Cappuccio, quando ha deciso di concepire questo nuovo gruppo di opere alle quali ha lavorato dal 2012. Promesse mantenute è una serie di ritratti di personaggi italiani che hanno fatto grande il XX secolo colti, però, nella loro dimensione infantile, quando ancora non si sarebbe potuto sapere né chi sarebbero diventati, né quale carriera avrebbero intrapreso da grandi; in altre parole, quando erano ancora degli «enigmi luminosi».

Lavorare sodo per sei anni, al fine di realizzare più di settanta ritratti ben sapendo che non si ricaverà un euro da tutta questa fatica, ma solo la soddisfazione di aiutare i piccoli di oggi (quelli in difficoltà) che saranno i grandi (e alcuni di loro in tutti i sensi) di domani.
Non si creda che sia stato un impegno agevole perché non basta navigare nella rete per recuperare fotografie più o meno sbiadite “postate”, come si dice oggi con una brutta parola, su Facebook o su Instagram.
Anzi, nel grande mondo della rete, immagini così quasi non esistono, né sarebbe stato possibile appropriarsene senza riferirne alle rispettive famiglie di origine.
Così, il lavoro si è enormemente complicato, ma se ne è avvantaggiata la qualità e la “verità” di quei ritratti. Antonella ha scritto alle famiglie di appartenenza dei suoi piccoli soggetti, oppure ha chiesto direttamente agli interessati, come nel caso, del Presidente della Fondazione Roma o, ancora, si è rivolta all’entourage di riferimento come per Susanna Agnelli, fondatrice di Telethon.
L’artista
Antonella Cappuccio è una figura di rilievo nel panorama artistico italiano del XX secolo e di questi primi due decenni del XXI.
Nata come costumista lavorò per molti anni nella grande famiglia della RAI da quando era poco più che una ragazzina e le trasmissioni erano solo in bianco e nero. Fu allieva di Maria Baroni, uno dei grandi nomi del cinema che lavorò con Blasetti, Totò, Stegani, in un classico del genere western come Al di là della legge.
Tuttavia in quegli anni lontani, si sperimentò anche come scenografa, alternando esperienze di teatro, cinema e televisione. Il passaggio a questa seconda disciplina avvenne naturalmente perché era stata allieva pure di Dario Cecchi che, oltre che costumista, era anche scenografo e pittore.La predilezione per la pittura, però, ha prevalso su tutto e Antonella ha lasciato la scenografia e il costume per dedicarsi alla sua vera passione.La sua esperienza più importante, in questo senso, è stata quella legata alla corrente nata intorno alle figure di critici come Italo Tomassoni e Giuseppe Gatt che coniarono (insieme ad intellettuali quali Maurizio Calvesi e Giulio Carlo Argan) le definizioni di “Ipermanierismo”, “Anacronismo”, “Citazionismo” e “Pittura Colta” con cui si coglievano i vari aspetti del movimento.

Non si può, qui, ripercorrere sistematicamente l’avventura critica di questo fenomeno artistico. Basti sapere, però, che si giovò di una ribalta nazionale e internazionale, trovando nell’XI Quadriennale d’Arte di Roma del 1986 e nel libro scritto da Giuseppe Gatt e Claudio Strinati del 1989 la consacrazione di quello che, ormai veniva indicato come il corso de La Nuova Maniera Italiana.
Così, nel 1985 Antonella Cappuccio presentò la prima personale concepita secondo i canoni della Nuova Maniera Italiana, cui fecero seguito quelle del 1987 a Milano, del 1988 a Lione e le numerose collettive tra cui la citata XI Quadriennale d’Arte di Roma del 1986, di cui Giuseppe Gatt era il Segretario. Bisogna rammentare, ancora, le mostre del 1986 e del 1988 a Firenze in Palazzo Strozzi, a Venezia nel 1987 per la Biennale d’Arte Sacra, né si possono dimenticare – nel 1989 a Los Angeles –, la collettiva intitolata Four Artists of the New Italian Manner e, poi, le personali a Rio de Janeiro, a Bari e, infine, nel 1990 a Roma. L’ esperienza di Los Angeles presso la Mayer Schwarz Gallery, fu condivisa con altri tre artisti della neonata corrente e segnatamente, Antonio D’Acchille, Bruno d’Arcevia e Alessandro Romano scultore.

Asta benefica: dove e quando
Dal 20 Settembre al 17 Dicembre 2018, lo SPAZIOBIGSANTAMARTA, in Via Santa Marta 10 a Milano, ospiterà gli oltre settanta ritratti che l’artista ha voluto donare alla lotta delle malattie genetiche rare, condotta da anni dalla Fondazione Telethon. L’asta, che avrà luogo il 18 Dicembre 2018 alle 18.00 in Via San Marco 22 sarà condotta da Cambi Casa D’Aste, ed il catalogo della stessa sarà reperibile online o in galleria. Chi lo vorrà potrà sottoscrivere fin da subito la sua offerta iniziale per l’opera che desidera. L’intero incasso della vendita permetterà ai tanti bambini colpiti dalle malattie genetiche rare, di realizzare il sogno di diventare grandi.
Per partecipare all’asta e sostenere la fondazione Telethon sfoglia il catalogo e fai un’offerta su cambiaste.com
Visita il sito www.promessemantenute.eu
www.telethon.it