A marzo verrà inaugurato il nuovo ufficio di Cambi a Roma, che si affaccerà dalle finestre di uno storico edificio della centralissima via del Babuino. Questo ci permetterà di incontrare con più agio la nostra clientela romana, e diventerà certamente punto di riferimento per collezionisti e appassionati d’arte del centro-sud Italia.
Da anni infatti la Casa d’Aste è presente an- che a Roma e da oggi con uno spazio permanente. È stato il numero sempre crescente di clienti che si è rivolto a noi per consulenze, valutazioni e affidamenti che ci ha spinti a compiere questo importante passo, facendo sì che Cambi sia finalmente presente anche nella Capitale, consentendoci di coprire meglio il territorio nazionale.
Qui avranno luogo giornate di expertise per tutti i dipartimenti, piccole preview del- le aste genovesi e milanesi, conferenze ed eventi di approfondimento culturale; sarà inoltre punto di incontro per chiunque vo- glia dialogare con Cambi. Non solo un ufficio quindi, bensì un vero e proprio salotto nel quale i titolari e lo staff di esperti della Casa d’Aste potranno incontrare tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle opere d’arte in loro possesso.
VIA DEL BABUINO. STORIA E CURIOSITÀ
Nell’anno 1525 papa Clemente VII commissionò alcuni lavori di sistemazione dell’attuale via del Babuino, dando un volto unitario alla strada che, in onore del pontefice, fu detta “via Clementina”; con lo stesso criterio, in seguito ai lavori effettuati da Paolo III intorno al 1540, la strada divenne“via Paolina”. Nel settembre 1571 vennero concesse da Pio V tre once d’acqua a “strada Paolina” per la realizzazione di una fontana a uso pubblico, sulla cui vasca venne posta la statua del Sileno.

La statua, brutta e deforme, fu battezzata dai romani “er babuino” perché la giudicarono così repellente da paragonarla a una scimmia. Il Sileno divenne un mito, oggetto di lazzi e manifestazioni satiriche, un simbolo non solo per la strada, a cui diede il nome, ma anche per la stessa città. In seguito, alla statua vennero appese le“babuinate”, ossia messaggi anonimi contenenti feroci satire politiche rivolte al pontefice o, comunque, a personaggi in vista dell’epoca: entrò così a far parte delle statue parlanti.
Realizzata a spese di Alessandro Grandi, la statua fu sistemata a ridosso del suo palazzetto in un prospetto a nicchia isolato. Nel 1738, in seguito alla demolizione di palazzo Grandi e alla costruzione del nuovo palazzo Boncompagni Cerasi, la fontana venne spostata in una nicchia analoga alla precedente, caratterizzata da due lesene scandite da forti bugne, ricavata alla base del nuovo edificio. Sull’architrave fu aggiunta una composizione in travertino raffigurante due delfini che sorreggevano con le code un balconcino soprastante.
Nel 1887, per motivi di viabilità, la fontana fu scomposta: la statua del “babuino”venne collocata nel cortile di palazzo Boncompagni Cerasi, mentre la nicchia divenne una porta d’ingresso. Le forti e ripetute proteste dei romani fecero sì che nel 1957 il “babuino” fosse restituito alla “sua” via, riadattato a fontana con la sua vasca originaria nella posizione odierna.
Matteo Cambi