Salvo – Ottobre – In esposizione in Via San Marco 22
Cambi Casa d’Aste è lieta di presentare la mostra Salvo, esposizione dell’eclettico artista siculo-torinese. La mostra, aperta gratuitamente al pubblico , si terrà nella sede di Via San Marco 22 a Milano e sarà visitabile da Venerdì 12 a Venerdì 19 Ottobre, dalle h 9:00 fino alle 13:00 e dalle 14:00 fino alle 18:00, esclusa la domenica. La mostra comprende 20 dipinti di paesaggi dell’artista, tutti provenienti dalla collezione privata dell’imprenditore della moda Giuseppe “Pinotto” Marelli, grande collezionista e amico personale dell’artista. Le opere in mostra, saranno poi battute all’asta da Cambi Casa d’Aste nell’appuntamento dedicato all’Arte Moderna e Contemporanea il prossimo 4 Dicembre 2018.
L’artista
Salvo – I giorni della galaverna – In esposizione in Via San Marco 22
Salvatore Mangione in arte Salvo nasce a Leonforte in Sicilia nel 1947. A soli 9 anni, come molti in quegli anni, si trasferisce con la famiglia a Torino, che rimarrà sua città adottiva fino alla fine. A soli 20 anni inizia a frequentare gli artisti della così detta Arte Povera: conosce e frequenta Boetti, con cui condivide lo studio fino al 1971, poi Merz, Paolini, Penone, Pistoletto, Zorio, e i critici Renato Barilli, Germano Celant e Achille Bonito Oliva. Nel 1970 alla galleria Sperone, l’omonimo gallerista organizza la prima personale di Salvo. I primi lavori dell’artista mostrano chiaramente il tema del narcisismo, della ricerca dell’io e del rapporto con la propria cultura, evidenti sia nelle sue fotografie e collage, sia nella sua serie di lapidi incise.
Salvo – Io sono il migliore
I primi anni ’70 sono un periodo prolifico dove Salvo riesce ad esporre sia a Colonia, sia a New York nel ’72, in quella che sarà la sua ultima mostra di arte concettuale.
Nel ’73 Salvo torna definitivamente ed esclusivamente alla pittura, suo primo grande amore giovanile. Dipinge le prime Italie e Sicilie, restituite attraverso le rispettive mappe geografiche ben riconoscibili e recanti, nell’ordinata scansione sulla superficie dell’opera, i nomi di insigni filosofi, pittori, letterati seguiti da quello dello stesso Salvo. A questi inizia ad affiancare i primi paesaggi, colori squillanti, cavalieri tra rovine architettoniche e visioni di colonne classiche, viste in vari momenti del giorno e della notte. Agli inizi degli anni ’80 la sua notorietà si consolida ulteriormente a livello europeo. Ampie retrospettive dell’autore sono organizzate a Lione, Lucerna e Gand. Salvo, che per tutta la vita è stato inserito nell’ambiente artistico – culturale che lo circondava, inizia una amicizia con gli scrittori Giuseppe Pontiggia e Leonardo Sciascia, che gli dedicheranno alcuni scritti; Pontiggia scrive anche il testo introduttivo per il catalogo della sua grande personale Archeologie del futuro organizzata a Verona.
Salvo si focalizza sui paesaggi spostando sempre più l’accento sulla natura piuttosto che sull’architettura; l’ispirazione è dovuta sia ai suoi lunghi soggiorni nel golfo del Policastro e nelle langhe, sia ai suoi numerosi viaggi in Oman, Siria, Emirati Arabi, Tibet, Nepal, Etiopia, oltre a gran parte d’Europa, in particolare Francia, Germania e Norvegia.
La fama dell’artista cresce esponenzialmente, fino a che la sua città, Torino, non gli dedica una grande mostra antologica nel 2007. L’artista viene a mancare nel settembre del 2015.
Salvo – Sant’Anna – In esposizione in via San Marco 22
Il collezionista
Pinotto Marelli
Giuseppe Marelli, detto Pinotto già ai tempi del liceo, aveva un proposito molto chiaro in mente quando pensava al suo futuro: avrebbe creato i più bei abiti sartoriali da uomo e li avrebbe venduti in tutto il mondo. E in effetti, così andò.
Nasce a Genova, terzo ed ultimogenito di un brillante architetto che vede in lui il suo erede, essendo il più creativo dei figli. Il giovane Pinotto però non ha alcuna intenzione di seguire le orme del padre e finita la scuola dell’obbligo si iscrive all’Università di Neuchâtel, dove inizia a coltivare la sua passione per il mondo sartoriale.
Il destino lo porta ad incontrare lo storico imprenditore Carlo Frua De Angeli, erede e fautore di un’impresa che si impose per la qualità dei filati e degli stampati. Sono anni di grande crescita professionale. Frua De Angeli riconosce il talento manageriale del giovane Pinotto, il quale vede nell’anziano industriale un’inesauribile fonte di ispirazione e apprendimento. Carlo Frua De Angeli negli anni ha raccolto una delle più importanti collezioni europee del Novecento moderno e Marelli ne rimane estremamente colpito, diventando anch’egli un giovane e appassionato collezionista.
In quegli anni, pur lavorando instancabilmente, Pinotto continua a coltivare le proprie grandi passioni che comprendono, oltre l’arte, le macchine sportive e lo sci agonistico, sport che lo porta a scontrarsi e incontrarsi spesso sulle piste con Nino Cerruti, erede della omonima e già avviatissima industria tessile di Biella.
Pinotto Marelli
Diventati amici, Cerruti conosce le potenzialità creative e manageriali di Pinotto e, una volta a capo dell’azienda di famiglia, lo persuade a venire con lui per guidarla al successo.
Marelli resta alla Cerruti per oltre 30 anni, contribuendo in maniera cruciale alla visibilità e alla crescita del marchio nel mondo. Oltre alle capacità manageriali e di marketing, Pinotto ha il merito di essere tra i primi a riconoscere il genio di Giorgio Armani, convincendolo ad approdare in Cerruti. Insieme ad Armani, Pinotto crea gli abiti che negli anni ‘80 faranno la grande fortuna dell’azienda, creando capi indossati dalle più importanti star maschili di Hollywood di quegli anni.
Durante la sua ascesa professionale Pinotto Marelli continua a collezionare arte contemporanea, allacciando rapporti con molti artisti famosi a livello internazionale. Da Fontana a Christo, la sua dimora milanese di allora era ricca di opere d’arte di artisti un tempo in ascesa ed ora ampiamente affermati. Si innamora dei paesaggi del giovane artista torinese Salvo, del quale acquista diverse opere, di cui diventa amico e che sponsorizza organizzandogli una mostra personale a Cortina.
Il commento dell’esperto
Michela Scotti, esperta di dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Cambi Casa d’Aste, scrive così a proposito dei paesaggi in mostra da Cambi:
Guardare i paesaggi di Salvo è come perdersi in viaggi immaginari, unici e irripetibili, dove l’occhio riposa e il cuore si scalda. È sempre una gioia constatare come la pittura italiana, nella sua forma più originale e contemporanea, non abbia ancora esaurito il proprio ciclo. E questo senza dubbio lo si deve a Salvo, artista partito dall’arte povera e concettuale, che elaborò, nell’austera Torino, sua città di adozione, la visione di un mondo fatto di colori e forme originali, ricordi anche della sua amata Sicilia. Salvo è un vero maestro della pittura che colpisce perfino l’occhio e il cuore del profano. I suoi paesaggi astratti, dai colori cangianti, le nevicate o i notturni, vanno oltre l’astrattismo o la figurazione. Salvo è maestro, nella sua arte, per la capacità evocativa, contemplativa, ma anche giocosa, scherzosa. Nel suo spazio pittorico e mentale non c’è presenza umana, così come avviene spesso nelle piazze di De Chirico, suo grande maestro e ispiratore. C’è posto solo per una natura dirompente e colorata, dove talvolta fanno capolino piccoli elementi architettonici e dove nuvole giganti occupano il campo visivo. Poi, quando arriva la notte che tutto avvolge, nella oscurità e nella quiete, la luna si staglia come un disco bianco all’orizzonte e i minareti, ricordo dei suoi viaggi lontani, sembrano attendere l’alba per ospitare la preghiera. Salvo è stato anche esploratore di luoghi, viaggiatore instancabile. I suoi ricordi eccoli qui, nella pittura, riportati in colori e forme sulla tela, filtrati dal diario della sua mente e del suo cuore.