Dal 19 al 26 ottobre nella sede milanese di Cambi, un’esposizione per celebrare il fotografo napoletano.

Nato a Napoli nel 1940, Lo Duca si trasferisce presto a Milano dove vive da sempre, con lunghi periodi trascorsi a Venezia e New York.
Inizia l’ attività nel studio Aragozzini dove realizza i primi servizi per industria e grafica – pubblicitaria. Nel ‘69 apre il suo studio personale ed inizia una proficua e mai interrotta collaborazione con vari periodici di pubblicità, arredamento, moda, ma sopratutto arte. Sia in Italia sia all’estero gli vengono dedicate numerose personali, ma forse la più importante per il suo percorso è proprio la prima, nel ’72 alla galleria il Diaframma di Milano, intitolata Artisti visti da Nino Lo Duca. Da questa mostra scaturisce poi l’idea del bellissimo libro fotografico Arte e Fotografia edito nel ’76. Fulcro delle sue realizzazioni e quella di confondere arte e fotografia.

Il grande Philippe Daverio scrisse di lui proprio sul catalogo di Arte & fotografia:
Nino Lo Duca usa la macchina fotografica per guardare. Sembra questa affermazione una tautologia. Eppure la questione è ben più delicata. Perché la macchina da sola vede tutto e non percepisce nulla. è la bizzarra curiosità mentale di chi la tiene in mano che ne fa uno strumento d’indagine. è essa come il computer per lo scrittore. se la questione non si risolve con la pressione delle dita, se non si fa digitale, è totalmente priva di peso.

Ma la pressione viene mossa dalla mente e dall’anima, dalla vitalità e dalla curiosità. sicché, in realtà, le fotografie servono a capire il fotografo. La curiosità di Lo Duca per il microcosmo delle personalità artistiche incontrate in un percorso che è la storia della propria esistenza vengono, dopo anni, riproposte come un’intrigante testimonianza fuori dagli schemi della banalità che troppo spesso ossessionano la cosmogonia ufficiale. E si riscoprono itinerari diversi, scelte fuori dal conformismo, voglia di vita e di vite. E, inoltre, esperienze divine dove il ritratto dell’artista non prescinde mai dall’opera, non quella che vediamo realizzata ed esaltata nello scrigno asettico del museo , ma lei stessa opera quando ta per nascere o si sta formando nel lavoro dello studio. Un viaggio nel tempo trascorso, quello che pochi ricordano e ai più è celato. il fotografo come testimone, come abile testimone. il fotografo molto probabilmente lui stesso artista. Sornione, nello scoprire.

Le opere esposte saranno inserite in un’ Asta a Tempo dedicata da lunedì 12 a martedì 27 ottobre. Scopri di più su cambiaste.com