RAFFAELLO SANZIO E MARCANTONIO RAIMONDI
Fabio Noli 26 Maggio 2020

LA RISCOPERTA DEL CORPO FEMMINILE ATTRAVERSO L’EROS E LA MITOLOGIA CLASSICA

 

di Gianni Rossi

 

 

Marcantonio Raimondi – Il giudizio di Paride

 

 

Giorgio Vasari, scrive testualmente nella prima edizione delle sue Vite, pubblicata dal Torrentino a Firenze nel 1550 : ”Ritrasse Beatrice Ferrarese et altre donne, e particularmente quella sua, et altre infinite. Era Raffaello persona molto amorosa et affezionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro. La qual cosa era cagione che, continuando egli i diletti carnali, era con rispetto da’ suoi grandissimi amici osservato per essere persona molto sicura..”   “Però egli di nuovo in luogo importante andava di nascosto a’ suoi amori. E così continuando fuor di modo i piaceri amorosi, avvenne ch’una volta fra l’altre disordinò più del solito; perché a casa se ne tornò con una grandissima febbre..”Di lì a poco, il giorno di Venerdì Santo, il 6 aprile del 1520, morì prematuramente lasciando amori ricchezza e talento, Raffaello Sanzio.

 

 

Marcantonio Raimondi
Marcantonio Raimondi – Le tre Grazie (o Le Naiadi)

 

 

Sempre nel giorno di Venerdì Santo o così è bello credere, Raffaello era nato trentasette anni prima a Urbino, da Giovanni Santi, pittore notevole, inserito e apprezzato in città, dove aveva una sua bottega ben avviata, nella quale il giovane imparò i primi rudimenti, mescolò e preparò i colori,  le tavole e tele per il padre e i suoi garzoni. La sua carriera fu rapida, con le prime committenze locali, a Città di Castello e a Urbino, passando presto a Firenze e da qui a Roma, con una lettera di presentazione di Pier Soderini, alla corte di Giulio II Della Rovere, il savonese irascibile, magnifico e terribile Papa guerriero…

 

Marcantonio Raimondi
Marcantonio Raimondi – Il morbetto

 

Per un approfondimento biografico, rimando al bel libro di Antonio Forcellino, edito da Laterza nel 2006. In questa sede mi interessa raccontare, sia pure brevemente, i rapporti dell’urbinate con il mondo dell’incisione. Raffaello, anche se non la praticò mai direttamente, teneva in alta considerazione l’arte incisoria e la sua importante funzione divulgativa dell’opera d’arte. Conobbe e apprezzò alcuni fogli di Albrecht Durer e contattò direttamente il bolognese Marcantonio Raimondi,  già attivo a Roma, perché riproducesse in serie e con alte tirature, una grande quantità di suoi dipinti e disegni, compresi quelli preparatori per i suoi magnifici arazzi. Vasari racconta come Raffaello si fece promotore della prolifica attività del Raimondi, che contribuì a diffondere in tutta Europa, un nuova “maniera” di intendere l’arte e la rappresentazione figurativa, che influenzerà a lungo molte generazioni di artisti a venire.

 

 

Agostino de Musi detto Veneziano – La raccolta della manna

 

 

Dal 2 giugno, riapre la mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale. Qui sarà possibile ammirare molti fogli di Marcantonio Raimondi e dei suoi collaboratori e seguaci. Una ampia scelta di incisioni tratte da opere dell’urbinate, sono esposte nella bella mostra organizzata alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, che auspichiamo possa riaprire al più presto e di cui è disponibile gratuitamente in rete il catalogo, a cura di Zeno Davoli e Chiara Panizzi.

 

 

Marco Dente – La Madonna della coscia lunga

 

 

Il Raimondi, è noto anche per le sue disavventure giudiziarie e il suo contenzioso con il Dürer. Incise a bulino una celebre serie di xilografie del maestro tedesco, riproducendo e talvolta migliorando secondo alcuni osservatori, oltre al soggetto, anche il suo monogramma.  Altra traversia, unisce l’incisore di Molinella, a un grande amico e allievo di Raffaello, Giulio Romano, che legherà la sua fama a Palazzo Te, e alla corte mantovana dei Gonzaga. Giulio disegnò, poco dopo la morte del maestro, una serie di soggetti erotici, raffiguranti sedici posizioni diverse di fare l’amore. Marcantonio affascinato dal soggetto, trasse da quei disegni una serie straordinaria di stampe “I modi”, oggi introvabili, che gli costarono qualche mese di carcere.

 

 

Agostino de Musi detto Veneziano – Pitagora nella Scuola di Atene

 

 

Grazie all’impegno di amici altolocati, tra cui Pietro Aretino, che si affrettò a scrivere una serie di sonetti lussuriosi ad accompagnamento delle incisioni, il Raimondi se la cavò con poco danno.

 

 

Marco Dente – Il rapimento di Elena

 

 

Assieme al lavoro dei suoi principali collaboratori,  in particolare a quello del ravennate Marco Dente , di Agostino de Musi Veneziano e del Maestro del Dado, Marcantonio Raimondi diffuse ai quattro venti la fama e il genio di Raffaello e contribuì alla sua consacrazione universale.

 

Marcantonio Raimondi
Marcantonio Raimondi – Ercole e Anteo

 

Agostino de Musi detto Veneziano – La Temperanza

 

 

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Fabio Noli