Rauschenberg, a cavallo tra new dada e pop art
Fabio Noli 15 Aprile 2021

One gets as much information as a witness of activity from a fleeting glance, like a quick look, sometimes in motion, as one does staring at the subject. Because even if you remain stationary your mind wanders, and it’s that kind of activity that I would like to get into the photograph – a confirmation of the fact that everything is moving

Robert Rauschenberg

Robert Rauschenberg (Port Arthur 1925 – Captiva Island 2008), Jasper+lois,edisto, S.C. 1962 #9, 1962. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, stampa più tarda, cm 37,8×37,8 firmata, intitolata e datata a penna a margine. Ed. uno di 50

A cavallo del neo-dadaismo e della pop art, Robert Rauschenberg (1925-2008) fu pittore e – più in sordina – fotografo. Nacque a Port Arthur, in Texas, e durante la giovinezza pensò seriamente che sarebbe diventato un farmacista.

Rauschenberg
Portrait of American artist Robert Rauschenberg (1925 – 2008) as he reads a newspaper on a chair in a trash-strewn, empty lot, New York, New York, January 15,1961. (Photo by Fred W. McDarrah/Getty Images)

Il suo primo incontro con la pittura avvenne nel 1945, concluso il servizio militare, quando si iscrisse all’Istituto d’Arte del Kansas e successivamente all’Académie Julian di Parigi.
Tre anni dopo approderà al Black Mountain College, luogo cardine per la sperimentazione e
l’interdisciplinarità artistica del XX secolo, fondato nel 1933. Proprio qui, Merce Cunningham costituì la sua compagnia di danza e John Cage allestì il primo happening: la rivoluzione era alle porte.
Luogo diventato ormai leggenda, il Black Mountain College attirò una moltitudine di giovani artisti oggi quotatissimi. Oltre ai già citati, Willem e Elaine de Kooning, Josef and Anni Albers, Jacob Lawrence, Cy Twombly, Kenneth Noland, Susan Weil, Vera B. Williams, Ben Shahn, Ruth Asawa, Franz Kline, Arthur Penn, Buckminster Fuller, M.C. Richards, Francine du Plessix Gray, Charles Olson, Robert Creeley, Dorothea Rockburne sono solo alcuni degli artisti che varcarono la soglia dell’istituto.

Rauschenberg
Merce Cunningham e John Cage, fotografati da Peter Sayers

Nel 1952 Cage, Cunningham e Rauschenberg crearono la rappresentazione Theatre Piece No. 1, successivamente denominato The event, un evento in cui musica, danza, pittura e poesia coesistevano nella stessa dimensione. Anche gli spettatori, seduti all’interno dello spazio performativo, divennero parte integrante dell’evento artistico

Robert Rauschenberg, White Painting

Rauschenberg lavorò tutta la vita alla ricerca di una commistione totale tra arte e vita quotidiana; un desiderio urgente di raccontare il mondo in tutta la sua complessità.
Nei primi anni Cinquanta si impegnò nella serie dei Black Paintings, dei Red Paintings e dei White
Paintings, tele monocrome che dovevano essere “riempite” dall’ambiente circostante.
La sua sperimentazione giunse al culmine con i Combine-paintings: combinando elementi diversi tra cui scatole di cartone, pezzi di legno, tessuto, materassi, lamiere, vetro, specchi, barattoli, fili elettrici, componenti di elettrodomestici, perfino animali imbalsamati, Rauschenberg sconvolge i nostri schemi percettivi usuali, facendoci riflettere sulle forme della realtà e sull’estetica del quotidiano. Le opere di Kurt Schwitters – in particolare i suoi collage – influenzarono evidentemente i lavori di Rauschenberg.

Rauschenberg
Robert Rauschenberg, Bed, 1955

Le sue composizioni riflettono la società industriale e la natura complessa dell’uomo: i diversi oggetti che compongono l’immagine raccontano della vita urbana e dell’uomo americano. E ci raccontano anche di Rauschenberg stesso.
L’artista dal Texas venne premiato anche alla Biennale di Venezia del 1964 con l’assegnazione del Leone d’Oro: il premio provocò un infiammato dibattito nella critica, forse non ancora pronta a consacrare la rivoluzione dettata dalla Pop Art americana.
Painting relates to both art and life. Neither can be made. I try to act in that gap between the two

Rauschenberg

Robert Rauschenberg, Retroactive I, 1963)

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Fabio Noli