PRIMO SEMESTRE 2016

GRANDE BACILE DECORATO CON SCENA DELLA GERUSALEMME LIBERATA
Savona, fine XVII – inizio XVIII secolo maiolica policroma
Diciannove i cataloghi che abbiamo proposto nel primo semestre del 2016, con un fatturato di oltre 12.650.000 euro che ci pone ancora una volta al vertice tra le case d’asta Italiane.
Come di consueto, la stagione è stata inaugurata a marzo dalla grande asta di Antiquariato svoltasi a Genova, dove abbiamo presentato numerosi arredi e dipinti.
Le sorprese più grosse sono arrivate da due piccole icone che, da una stima prudenziale di 500-700 euro, hanno raggiunto rispettivamente 17.500 e 16.250 euro.

Francesco Maria Schiaffino (1689-1765), ambito di
ALLEGORIA DELL’ESTATE E DELL’INVERNO
Genova, secondo quarto del XVIII secolo, marmo bianco
Vendute per € 22.500
Interessante anche l’aggiudicazione di un manichino da pittore in legno del XIX secolo che, partendo da una stima di 1.000-1.200 euro, è stato venduto a quasi 10.000.
Durante gli stessi giorni ha avuto luogo anche l’asta di Cornici Antiche, con la quale la Cambi continua una tradizione cominciata nel lontano 1998 e che periodicamente ci ha visto proporre aste monografiche durante gli anni, con un totale di aggiudicazioni superiore ai 200.000 euro.
Nell’asta milanese di Maioliche del XVII e XVIII secolo, invece, top lot è stato un grande piatto savonese della fine del Seicento, attribuito al Guidobono e decorato con episodi della Gerusalemme Liberata, venduto per 20.000 euro.
Ma, è stato maggio il mese da record per la Casa d’Aste, con le aste di Antico a Genova e quelle di gioielli, orologi e arte orientale a Milano, per un fatturato totale di 6.758.000 euro.
Per l’arte antica, i dipartimenti di pittura antica, con 1.676.000, e di scultura antica, con 726.000 euro, hanno fatto registrare i risultati più alti mai ottenuti con un singolo catalogo.
Da sinistra:
Bernardo Cavallino (1616-1656), GUARIGIONE DI TOBIA, Venduto per € 70.000
Benjamin Constant (1767-1830), ODALISCA, Venduto per € 37.500

Bulgari
SPILLA con grande smeraldo Colombia contornato da diamanti taglio brillante, navette e goccia, anni cinquanta-sessanta
Venduta per € 175.000
Tra i dipinti segnaliamo l’opera di Bernardo Cavallino Guarigione di Tobia, già pubblicata da Nicola Spinosa sulla monografia del pittore, che è passata di mano per 70.000 euro, mentre top lot del catalogo di scultura, curato sempre in maniera molto rigorosa da Carlo Peruzzo, è stato l’importante rilievo in legno policromo Martirio di san Giovanni Evangelista, attribuito a uno scultore rinascimentale prossimo al Maestro di Trognano, venduto a 56.000 euro, favorito dalle ottime provenienze.
Infatti, l’opera era documentata nella prestigiosa collezione Kaufmann e poi quella dell’antiquario fiorentino Carlo de Carlo.
Anche l’asta Dipinti del XIX e XX secolo ha avuto ottimi risultati, con un interesse in crescita rispetto agli ultimi anni e un fatturato di oltre 400.000 euro. Top lots due dipinti orientalisti di Théodore Frère e Benjamin Constant, venduti entrambi per 37.500 euro, mentre per la pittura italiana spicca l’aggiudicazione di una splendida veduta di Guglielmo Ciardi che, da una stima di 15.000-18.000 euro, ha raggiunto i 35.000 euro.

RARA CAFFETTIERA NEOCLASSICA CON VERSATOIO A TESTA DI MORO
Genova, punzone della Torretta per l’anno 1797, argento fuso, sbalzato e cesellato
Venduta per € 18.500
Nell’asta degli arredi una bella scrivania neoclassica è stata venduta a 16.800 euro e un’importante Aubusson francese del XIX secolo, di inusuale forma ottagonale, ha totalizzato 22.500 euro.
Stabile e in buona salute ci sembra il mercato degli argenti antichi, almeno dai buoni risultati ottenuti con l’argenteria italiana del XVIII secolo. Top lot della vendita una curiosa caffettiera neoclassica genovese con raro e inedito elemento antropomorfo a foggia di testa di turco che la rende un unicum nella produzione locale.
Ma i risultati più eclatanti si sono registrati nelle vendite milanesi, con i gioielli sugli scudi; una collezione di 9 collane in corallo ha totalizzato complessivamente 146.000 euro, mentre una spilla di Bulgari con diamanti e un grande smeraldo colombiano è arrivata a 175.000 euro e tre diamanti sciolti hanno superato i 100.000 euro cadauno.
Ottimi i risultati anche dell’asta dedicata agli orologi da polso, arrivata al suo secondo catalogo e in crescita di fatturato rispetto alla vendita precedente, con oltre 400.000 euro.
Top lots, come da previsioni, Rolex e Patek Philippe, con aggiudicazioni comprese tra i 25.000 e i 30.000 euro.
L’asta di arte orientale questa volta non ha riservato le sorprese alle quali siamo stati abituati negli anni scorsi, ma ha dato importanti segni di risveglio per le opere più antiche e i bronzi arcaici di qualità, con la vendita a 67.500 euro di un incensiere tripode risalente alla dinastia Shang.
Il mese di giugno è stato invece caratterizzato dalle aste del Novecento, dalla pittura al design passando per le arti decorative del XX secolo e i vetri, con un fatturato totale di 4.580.000 euro. Numerosi i record di vendita, soprattutto in quella che è stata la più straordinaria asta di vetri di Murano degli ultimi anni, triplicando le stime iniziali e stabilendo record mondiali per opere di Paolo Venini, Dino Martens, Artisti Barovier e Carlo Scarpa: sei vetri hanno superato i 100.000 euro di aggiudicazione, di cui tre addirittura sopra i 200.000. Cifre incredibili.

Da sinistra:
Bernardo Cavallino (1616-1656), GUARIGIONE DI TOBIA, Venduto per € 70.000
Benjamin Constant (1767-1830), ODALISCA, Venduto per € 37.500
Ottimi i risultati del Design, che ha migliorato i già sorprendenti risultati dello scorso anno e conferma la leadership italiana della Casa d’Aste per questo dipartimento. L’asta è stata presentata con i consueti due cataloghi: una selezione di lotti all’interno del Fine Design, che si è tenuto per la prima volta a Milano e che comprendeva i pezzi storicamente più importanti. Come di consueto, le aggiudicazioni più importanti sono state riservate ai pezzi di Gio Ponti, del quale è stato offerto un rarissimo mobile, con decoro alla pompeiana e commissionato nel 1932 per l’opera omnia di D’Annunzio, venduto per 50.000 euro. La stessa cifra è stata ottenuta per un cassettone Fontana Arte su disegno di Pietro Chiesa, mentre un lampadario Arteluce di BBPR ha raggiunto 52.500 euro. Il totale della vendita si è attestato oltre 1.300.000 euro, superando i brillantissimi risultati della scorsa stagione.
Tirando le somme della passata stagione la Casa d’Aste si conferma quindi in ottima forma con alcuni settori in decisa crescita, segno della nostra volontà di investire e seguire costantemente le tendenze del mercato dell’arte; il fatturato generato nel semestre è ben distribuito nei vari settori, con un buon bilanciamento tra arti antiche, moderne e beni da investimento, rendendo Cambi una realtà solida, con radici ben salde che permetteranno gli sviluppi necessari per essere protagonista ancora maggiore del mercato dell’arte, italiano e internazionale.
Matteo Cambi