Una riflessione della critica Bianca Tosatti sul capolavoro dell’artista Antonio Ligabue

Antonio Ligabue, uno tra i più noti artisti naïf italiani, viene ricordato soprattutto per le sue raffigurazioni di animali esotici, la cui natura è fermata su tela attraverso colori violenti e luminosi. L’opera che sarà presentata nell’asta di Arte Moderna e Contemporanea dell’8 luglio rappresenta, in questo senso, un unicum: la protagonista è Elba, la figlia del mezzadro che viveva presso il podere della famiglia Mazzacurati, scomparsa prematuramente a soli quattro anni. Il dipinto fu richiesto dai genitori della bambina e realizzato da Ligabue “a memoria”, mentre era ospite dell’artista Marino Mazzacurati a Villa Torello Malaspina. Mazzacurati è ricordato tutt’oggi come uno dei maestri e scopritori di Ligabue.
La critica d’arte Bianca Tosatti ha descritto quest’opera, facendoci immergere per un’istante nella vita di questo sensibile e introspettivo artista.

Alda Bianchi (Elba) era una bambina di cascina che insieme a un nugolo pigolante di mocciosi giocava ad avvicinarsi con circospezione curiosa al visitatore strano.
Doveva avere davvero grandi occhi se il visitatore li aveva notati, forse erano addirittura troppo grandi e conturbanti in quella testolina triangolare da volpicina: testa grossa con i capelli tagliati impietosamente a scodella, mento appuntito e orecchie a sventola. Nell’antropologia della cascina padana il visitatore veniva accolto con amichevolezza scontrosa, senza sospetto, dal momento che portava notizie, forse storie bizzarre, racconti di esperienze lontane: in fondo anche il pittore matto Ligabue aveva conosciuto leopardi veri e altri animali esotici quando aveva seguito un circo randagio sui colli piacentini…
La bambina e lo scorbutico pittore viandante si erano dunque guardati con interesse e forse si erano capiti senza troppe parole, forse avevano osservato insieme conigli, gatti, galline e cani che razzolavano nell’ampia aia di terra bruciacchiata, forse la bambina aveva proprio con la terra disegnato sagome di animali e di fantocci. Quando Antonio Ligabue viene a sapere che la bambina è morta tragicamente, la ricorda bella e amica: dipinge un suo ritratto struggente e pieno di tenerezza che appare unico in tutta la sua abbondante produzione (era il 1933, quando il pittore era ospite di Marino Mazzacurati a Villa Malaspina).
Quest’opera ferma, penetrante e analitica non concede nulla al sentimentalismo d’occasione, ma dimostra una rara capacità di guardare la vita con intensa imparzialità
Ebbene, proprio quest’opera legata alle prime esperienze di Gualtieri, diversa da tutte quelle rutilanti che lo renderanno famoso e inconfondibile, quest’opera ferma, penetrante e analitica, che non concede nulla al sentimentalismo d’occasione, ma che dimostra una rara capacità di guardare la vita con intensa imparzialità, quest’opera mi fu prestata nel 2006 per una grande mostra a Bergamo e a Montecarlo da un collezionista eccellente e straordinario: l’ingegner Carlo Riva.

Sono stata felice di notare nel bel film di Giorgio Diritti, impreziosito dalla magnifica interpretazione di Elio Germano, quanta importanza venga assegnata all’episodio della bambina Elba: l’intensità introspettiva dello sguardo di Ligabue si addensa in questo magistrale ritratto di bambina con il vestito rosso su uno sfondo di campagna addomesticata dal lavoro dell’uomo.
Bianca Tosatti
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