La moneta
Dalla Grecia antica ad oggi, alla moneta sono riservate peculiarità altre rispetto alla mera funzione economica come mezzo di scambio. È anche reperto storico, strumento di comunicazione, simbolo, opera d’arte.
Introdotta probabilmente in Lidia tra il VII e il VI secolo, la moneta nasce per semplificare le operazioni di pagamento dei mercenari, ma già dopo poco tempo diventa simbolo dell’esistenza e dell’autonomia della polis, un legame ideologico che è rimasto vivo per lungo tempo.

REGNO D’ITALIA. Vittorio Emanuele III di Savoia, 1900-1946.
100 Lire 1903. Aquila.
Testa di Vittorio Emanuele III a s. R/ Aquila sabauda coronata. Gig. 1. Oro. g. 32,29. Migliore di SPL.
In argento, elettro, oro e bronzo, le monete iniziarono a circolare ampiamente dal VI secolo a.C.: le tecniche di fabbricazione si perfezionarono, garantendo una maggiore precisione nel peso e incrementando la varietà tipologica.
Nel periodo della Grecia classica le monete erano soprattutto in argento, metallo facilmente reperibile, mentre le monete di elettro (una lega naturale d’oro e argento) restarono limitate a poche località dell’Asia Minore. Le monete in oro iniziarono a circolare intorno all’età di Filippo il Macedone, e il bronzo – già oggetto di scambio tra le popolazioni indigene – venne impiegato per la prima volta alla fine del V secolo in Sicilia e nella Magna Grecia.
Dalla funzione economica alla funzione politica e culturale
Raffinati capolavori dell’arte incisoria antica, le monete erano anche strumenti di comunicazione e propaganda, ovvero mezzi per veicolare all’Impero i messaggi che l’Imperatore voleva trasmettere alla popolazione. Oggi questi oggetti sono importantissimi documenti storici: differenza di ogni altro genere di manufatto, infatti, le monete hanno sempre mantenuto la connotazione di arte ufficiale e quindi il massimo rispetto per la tradizione culturale e religiosa della società.

PASSAGGIO DEL GRAN SAN BERNARDO E BATTAGLIA DI MARENGO.
Medaglia in argento anno VIII (1800).
Busto di Napoleone a d. R/ Bonaparte Primo Console a cavallo verso s. in uniforme da Generale alza i fulmini contro il massiccio del San Bernardo, a s. Opus Montagny – Andrieu. Bramsen 32. Esslin 827 (bronzo). Julius 782 (bronzo). Turr. 182 (5° tipo). diam. mm. 59,4. q.FDC
Oltre a svolgere un rilevante ruolo sul piano politico, economico, culturale e iconografico, le monete erano arricchite anche da diversi significati simbolici: sono un esempio gli oboli posti nella bocca dei defunti perché potessero pagare il passaggio nel traghetto a Caronte, oppure le monete imperiali trovate apposte sui loculi dei primi cristiani nelle catacombe romane, o ancora le monete poste nelle fondamenta di una nuova costruzione per segnarne l’inizio.
In aggiunta, molti artisti e incisori hanno collaborato nell’incisione dei conii: è il caso degli “antichi” Cimone e Eveneto, e dei rinomati Benvenuto Cellini e Leone Leoni.

Il collezionismo di monete
Il collezionismo numismatico è una delle forme di collezionismo più antiche, nato proprio con l’intenzione di rivivere queste tradizioni del passato, tornare indietro nel tempo e nello spazio raccogliendo preziosi documenti della storia dell’Uomo. Si tratta di un fenomeno posteriore alla loro nascita ma comunque risalente all’antichità: i primi a raccogliere diversi esemplari con fine collezionistico furono gli imperatori romani, ed era uso comune – nel periodo tardoantico – incastonare una moneta nel girocollo come pendente.
È solo con l’Umanesimo, e in particolare con Francesco Petrarca, che ha inizio il vero e proprio collezionismo numismatico che conosciamo oggi. Altri grandi collezionisti furono Lionello d’Este, Cosimo de’ Medici, lo stesso Vittorio Emanuele III di Savoia. Collezionare monete a quell’epoca era un modo per studiare l’antica Roma e l’antica Grecia, realtà verso cui in Italia c’è sempre una sorta di venerazione.

MILANO. Filippo II, 1554-1598.
Doppia da quattro scudi d’oro.
Busto a d. a testa nuda, con corazza ornata e goletta con colletto increspato. R/ Stemma coronato e inquartato con le armi di Milano, Castiglia e León. Crippa, 1. CNI., 254. Oro. g. 12,71. BB/q.SPL
Il mercato numismatico
“La numismatica in Italia non passerà mai di moda”
“Quello italiano è sempre stato un mercato tranquillo, non ci sono mai state grandi speculazioni o grandi tonfi. Il valore delle monete da collezione è rimasto stabile nel tempo. E’ un mercato che ama le monete antiche, ma soprattutto quelle delle zecche italiane medioevali e moderne, sia degli stati preunitari, sia quelle ormai contemporanee del Regno d’Italia. Non è volatile come certi mercati esteri, tipo quello russo: la numismatica in Italia non passerà mai di moda”, afferma il nostro esperto di dipartimento, nonché numismatico da più di 35 anni, Paolo Crippa, in un’intervista per il magazine WeWealth.
I parametri per valutare una moneta d’epoca sono diversi, primo fra tutti quanto il collezionista è diposto a pagare per avere l’oggetto che cerca, magari da anni: questo è il primo parametro nel campo dei pleasure asset. Altri canoni sono poi l’epoca, lo stato di conservazione, la preziosità del metallo, la fattura.
Questione diversa riguarda il collezionismo delle monete da investimento: il loro valore – in questo caso – dipende esclusivamente dal materiale di cui sono fatte, cioè l’oro.
Al tempo degli Ethereum e della Crypto-Art, quello numismatico è una forma di investimento e di collezionismo tradizionale e solida, meno “volatile” rispetto ad altre e legata a una tradizione millenaria e affascinante.

AUSTRIA. Franz Joseph, 1848-1916.
100 corone 1908.
Busto a d. R/ Figura femminile adagiata sulle nuvole a s. Fr. 514. Oro. g. 33,86. SPL/FDC
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