La prestigiosa House Sale del 20 ottobre è alle porte:
scopriamo gli ambienti del meraviglioso palazzo neo-palladiano nel cuore di Vicenza

La collezione nasce dal bisogno di trasformare lo scorrere della propria esistenza in una serie di oggetti salvati dalla dispersione, o in una serie di righe scritte, cristallizzate, fuori dal flusso continuo dei pensieri.
Con queste parole Italo Calvino parlava del collezionare, un atto di salvezza contro la dispersione.
E così Claudio Biasia ha iniziato la sua raccolta personale di opere d’arte e arredi, con l’intento di riportare il piano nobile di Palazzo Loschi Zileri dal Verme ai suoi antichi splendori.
In questa serie di articoli ci immergeremo all’interno del palazzo vicentino, gioiello neo-palladiano che si affaccia sulla via più elegante di Vicenza, Corso Palladio, la cui collezione verrà messa all’incanto il 20 ottobre.
Ci soffermeremo su alcune delle tele più importanti, di provenienza e datazione differente, armoniosamente accostate l’una all’altra.
L’ingresso

Sulle pareti: Giuseppe Giampedi, Vedute di Roma, sei dipinti firmati “Giampedi” in basso a sinistra.
Nella luminosa entrata, accoglie il visitatore la coppia di dipinti Venere e Mercurio attribuito a Bartolomeo Litterini, uno dei più affermati e richiesti pittori veneziani della fine del XVII secolo per le committenze ecclesiastiche. Questa tela è particolarmente significativa per l’artista: è il simbolo della sua libertà interpretativa e della sua fascinazione per i dipinti a tema profano.
Anche le sei Vedute di Roma firmate Giuseppe Giampedi, attivo a Roma alla fine del XVIII secolo, sono un magnifico colpo d’occhio per chi – come noi – entra per la prima volta in questo elegante palazzo.
La Sala da Ballo

Semi-nascosta da incantevoli tendaggi, la Sala da Ballo: un ambiente spazioso che ospita – tra gli altri – una serie di dodici Papier Peints, di manifattura parigina di inizio Ottocento, raffiguranti le Storie di Amore e Psiche, di Merry-Joseph Blondel e Louis Lafitte, due esponenti del movimento neoclassico in Francia.
La Sala di Apollo

Quadro in cento: y Mir Segismondo Ribò, Susanna e i vecchioni, cornice dorata.
La Sala di Apollo si apre davanti a noi, immergendoci nei colori regali dell’oro e del bordeaux. Qui troviamo altri lotti interessanti, come i due olii su tela raffiguranti Susanna e i vecchioni e Sansone e Dalila di Segismundo Ribò y Mir e il Cupido di Giuseppe Bezzuoli, artista protagonista del Romanticismo a Firenze, dove svolse la funzione di caposcuola come Hayez a Milano.
La Sala di Giove e il Fumoir
La Sala di Giove è un tripudio di mobili antichi, dipinti, sculture e bronzi: citiamo, tra gli altri, l’olio su tela attribuito a Marie-Guilhemine Benoist, Ritratto di Madame de Reiset D’Arques come Saffo. Interessante trovare una rara pittrice donna: entrò insieme alla sorella nell’atelier di Jacques-Louis David nel 1786 ed espose per la prima volta nel Salon del 1791.
Da qui il visitatore può accedere nel piccolo ma incantevole Fumoir, gioiello della casa, e può ammirare l’affascinante olio su tavola Incontro di Dei, Muse e Artisti sul monte Parnaso, attribuito alla creativa Scuola mantovana del XVI secolo.
La Sala da Pranzo e il Piano Superiore

Quadro in centro: Sophie Rude, Adone, in cornice dorata.
Un ultimo ambiente prima di salire al piano alto: l’ampia Sala da Pranzo. Il protagonista qui è l’Adone di un’altra artista donna, Sophie Rude, bell’esemplare di neoclassicismo francese.
Al piano superiore si trova il top lot dell’asta, il Suicidio di Lucrezia del Maestro delle Mezze Figure. Il nomignolo del pittore olandese deriva dai numerosi dipinti a lui attribuiti raffiguranti eleganti busti femminili.
Questo lotto fa parte di un gruppo più ampio composto da opere firmate da pittori Nord-Europei del XV-XVI secolo, come quello firmato dal ritrattista tedesco Faber Conrad, Ritratto di gentildonna, o il Ritratto di uomo con garofano del tedesco Hans Burgkmair.
Citiamo in ultimo il Trittico a tre ante richiudibili di Scuola fiamminga.

Scopri di più sulla prima House Sale del 2021, Palazzo Loschi dal Verme, su cambiaste.com