Dopo una lunga pausa, Giuseppe Tornatore torna nella sale con un nuovo film, La migliore offerta, che si muove nel mondo dell’arte e delle case d’asta. La pellicola, le cui riprese cinematografiche si sono da poco concluse, è ambientata tra Trieste, Vienna, Praga, Bolzano, Roma e Milano. Sembra che questo film sia stato ispirato da una serie di cataloghi d’aste che il regista era solito ricevere e che, con il tempo, hanno letteralmente catturato la sua attenzione soprattutto per le seducenti descrizioni delle opere. “Espressioni così incisive, accattivanti e attraenti” da destare in lui la voglia di approfondire il tema delle case d’asta, poco trattato al cinema.
La migliore offerta rappresenta la volontà di realizzare un’opera interamente prodotta in Italia, ma con uno slancio artistico di respiro internazionale. Così anche il tema “poco italiano” e poco conosciuto delle case d’asta in Italia, calza perfettamente con la volontà dell’artista e ne diventa il background perfetto. Come spiega Tornatore stesso, il film nasce in modo molto diverso dai precedenti; un film di trasformazione e di rottura rispetto alle costanti cinematografiche del regista siciliano. Nessuno collegamento autobiografico e con un’ambientazione completamente nuova: quella delle aste appunto, scelte come sfondo ma che non rappresentano il tema principale. Il titolo scelto rimanda sì a quel mondo, ma viene qui usato in maniera differente: in asta, la migliore offerta è la più alta, mentre nelle gare d’appalto è la più bassa. Nel film – dove si narra di un battitore d’asta che si ritrova coinvolto in un triangolo amoroso con sfumature e accenti da giallo classico – l’espressione ha valenza aIlegorica, “perché in amore non si sa mai quale sia l’offerta migliore per riuscire a conquistare la persona amata”.
Per documentarsi sul mondo delle case d’asta, per recepire al meglio tutte le sfaccettature del ruolo centrale e dello stile di un battitore, Tornatore ci svela di aver assistito a diverse aste internazionali. Ne La migliore offerta il battitore è infatti il protagonista principale, “vero narratore” ci dice il regista, “che inventa una sceneggiatura e dà il ritmo, mettendo in scena il suo spettacolo durante l’asta”, quasi come un attore vero. Il sapore mitteleuropeo delle ambientazioni ha richiesto, soprattutto per il pubblico italiano, un cast internazionale: il protagonista Geoffrey Rush (il battitore d’asta) affiancato da Donald Sutherland (il migliore amico del battitore) tra i nomi più noti, oltre alla protagonista femminile, l’olandese Sylvia Hoeks che interpreta Claire (una cliente della casa d’aste), e Jim Sturgess (l’abile restauratore Robert). Girato in lingua inglese, sulle musiche di Ennio Morricone, il film sarà in programmazione nelle sale cinematografiche dal prossimo 4 Gennaio 2013.
Finalmente, dopo il grande Hitchcock, anche un regista italiano di fama internazionale sceglie il mondo delle case d’asta per fare da sfondo a un opera cinematografica, che ci auguriamo possa avere grande successo e invogliare un pubblico più vasto ad appassionarsi, come è successo a Tornatore, a questo affascinante modo di fare e avvicinarsi all’arte.